Verso una Costituente della Medicina Territoriale

I cittadini italiani sono duramente provati dalla vicenda della pandemia da SARS COV 2 e il COVID 19 ci ha lasciato un’eredità pesante in termini economici, psicologici, di salute e di coscienza della potenzialità ma anche dei limiti del nostro SSN. Nessuno può più dubitare del suo sotto finanziamento, della carenza programmatoria della formazione delle risorse umane necessarie, della precarietà e diversità di una medicina del territorio mai definitivamente decollata, della vetustà tecnologica di alcune realtà sanitarie territoriali ed ospedaliere, della contraddizione di un regionalismo imperfetto che deve viaggiare verso un’autonomia differenziata vera ed un coordinamento centrale efficiente ed efficace.

Parole chiave: 4 – “volontariato”

Abbiamo oggi una parola chiave, parola che ha origine negli anni 70 del secolo scorso: “volontariato”, a cura di Giovanni Moro per il FDD. (11 dicembre 2020)

Una parola che negli ultimi anni ha perso un carattere importante del proprio significato che è quello di essere libero da vincoli, non essere al servizio della politica o delle istituzioni. La recente legge sul Terzo Settore ne evidenzia le problematicità.

Parole chiave – “volontariato” – a cura di Giovanni Moro – 11 dicembre 2020

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Parole chiave: 3 – “educare”

Franco Lorenzoni ci guida in un meraviglioso viaggio intorno al concetto e alla pratica dell’“educare”, un viaggio accompagnato da racconti, riflessioni illuminanti con parole semplici e profonde. (Per il FDD, 4 dicembre 2020)

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Parole chiave: 2 – “rappresentanza”

Proseguiamo con una parola intorno alla quale permane un alone di confusione: “rappresentanza”, a cura di Giovanni Moro per il FDD. (3 dicembre 2020)

Non solo confusione ma la percezione della crisi di un concetto che sembrava acquisito e compreso, tranquillizzante, normalmente utilizzato per motivare un parlare ed un agire di qualcuno per conto di qualcun altro sembra disorientare molte persone ormai da qualche tempo. Se si leggono i dubbiosi post sui social media, il dubbio sembra dirompente, quasi catastrofico, come se un tempo (quale tempo?) pensare che “il re non rappresenta tutti” fosse una cosa ignota. Districarsi in sottili questioni sulla legittimità a rappresentare può indurre ulteriore confusione ma ci aiuta non tanto a definire, quanto a capire che esiste un’etica della politica ovvero un’etica nelle azioni di ognuno di noi. Ognuno di noi, inoltre, può acuire una capacità fondamentale, quella di discernere ed apprezzare, in questa confusione, i risultati sociali ottenuti. Ci vengono in mente il superamento degli ospedali psichiatrici, la legge sui trattamenti sanitari obbligatori, legge 180, la legge 38/2010 sull’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore,… ma molto ancora che andrebbe seguito e promosso nel tempo.

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Parole chiave: 1 – “cittadinanza attiva”

Iniziamo da “cittadinanza attiva”, a cura di Giovanni Moro per il FDD. (10 novembre 2020)

10 milioni di volte questa espressione viene usata un po’ da tutti: ma quale significato possiamo dare che non sia quello normativo, come politica pubblica ad esempio quella delle istituzioni che promuovono il volontariato, o come parola magica della vita pubblica, un modello ideale, un agitarsi, uno stare insieme, coltivare interessi comuni, partecipare alle iniziative delle amministrazioni?

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Cosa è una “Comunità di pratica”?

Fonte: https://www.secondowelfare.it/

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Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta.

Margaret Mead

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Le comunità di pratica e di apprendimento sono gruppi sociali aventi l’obiettivo di produrre conoscenza organizzata e di qualità, alla quale ogni membro ha libero accesso. In queste comunità, gli individui mirano a un apprendimento continuo attraverso la consapevolezza delle proprie conoscenze e di quelle degli altri.

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