Buona Pasqua

Dovremmo essere cittadini insieme in rete, consapevoli di fare da argine allo spreco, riuscire ad indirizzare ogni minimo sforzo in una visione ampia che includa i più deboli, i più fragili della terra, tutti noi; una azione “gener-attiva” che superi il modello che abbiamo da tempo accettato come cosa data, il modello dello “scarto”.


È grande il popolo degli alberi; sparso dalle paludi alle vette, dai climi torridi a quelli gelidi; innumerevoli alberi sulla terra in migliaia di specie: In Italia, secondo recenti rilevamenti, ci sono veti miliardi di alberi nelle zone boschive; poi ci sono gli alberi da giardino, quelli delle campagne, dei cigli stradali, delle città.

Mario Rigoni Stern, “Alboreto selvatico”, 1991


Buona Pasqua, buona Pesach, Resurrezione, rinnovamento, liberazione… Buona nuova normalità, ma non sarà così se non per pochi, sarà un percorso lungo e nessun cambiamento repentino, se a cambiare non sarà la profondità dell’essere ed il nostro agire come singoli e specialmente come sistema.

In ogni momento ci siamo detti che la pandemia ha svelato disfunzioni già in atto, mancanza di visione, egoismi, nazionalismi, interessi particolari,…: la prospettiva di ricevere un prestito in danaro da spendere in progetti che ristorino ed insieme generino benessere ad una società in ginocchio può smuovere vecchi strati ingessati e proiettarsi in una reale immagine di sviluppo?

Potrebbe essere che sì, ma dovremmo essere cittadini insieme in rete, consapevoli di fare da argine allo spreco, riuscire ad indirizzare ogni minimo sforzo in una visione ampia che includa i più deboli, i più fragili della terra, tutti noi; una azione “gener-attiva” che superi il modello che abbiamo da tempo accettato come cosa data, il modello dello “scarto”. Lo “scarto” è quelli che non hanno voce, gli anziani, i disabili, quelli che non corrono più, anche gli stanchi che in questi tempi hanno perso più di quanto mai avessero pensato. Potrebbe essere davvero una occasione (ormai abbiamo già capito che è una necessità) di essere i cittadini che vogliono risvegliarsi. Dovremmo però essere uniti, sentinelle nei piccoli e grandi ambiti, cittadini attivi che vogliono trasparenza, dignità in ogni momento della propria vita, partecipazione alle scelte, persone che possono giocare la propria competenza per i beni comuni che sono la salute, il lavoro, la terra, la cultura,…

Farsi gli auguri per una buona Pasqua, per liberarsi da vecchi gioghi o per rinnovare se stessi ed il sistema, vuol dire superare innanzitutto questa logica dello “scarto” ed aver cura di tutti perché ognuno possa produrre secondo le proprie possibilità ed i propri tempi.

L’augurio che Cittadinanzattiva da a se stessa è di mantenere vivo il proprio messaggio, rinvigorirsi nelle radici che affondano ed hanno nutrimento nel principio di sussidiarietà orizzontale, nell’orgoglio di essere cittadinanza, partecipi sullo stesso piano alle modifiche del mondo.

“…se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. (Giovanni, 12,24)

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